Chi mi conosce, chi mi legge avrà notato che in questi ultimi mesi non sono stata molto presente. Ho pubblicato di meno, vi ho raccontato poco, sono stata un po’ in disparte. Dall’inizio di quest’anno nuovo mi sono ritrovata impegnata in situazioni complesse e sofferte che hanno assorbito buona parte del mio tempo e delle mie energie. Come spesso mi capita quando vivo un periodo difficile, “scavo” dentro di me alla ricerca di risorse dalle quali prendere forza e motivazione per affrontare le sfide della vita e, ogni volta, mi stupisco di quanto potere personale siamo naturalmente dotati.
Facendo questo esercizio di “ricerca”, sono giunta a una conclusione che mi ha dato coraggio e speranza:
stare bene è una scelta.
Anche quando tutto va male, anche quando la vita è più una tragedia che una commedia, possiamo scegliere di stare bene. Non è facile, non voglio sminuire la sofferenza, non voglio fare retorica spicciola da quattro chiacchiere al bar. Ci tengo davvero a trasmettervi il pensiero positivo che sta alla base di questa mia convinzione. Avrete capito che, quando vivo grandi emozioni, corro a raccontarvi che cosa ho imparato, perché se la mia esperienza può essere di aiuto a qualcuno, sono felice di condividerla e di metterla a disposizione.
Così, in questo momento complesso che sto affrontando, esco dalla “tana” in cui mi sono rifugiata negli ultimi mesi, torno da voi e vi racconto, mi racconto.
Stare bene è una scelta. Stare male è una scelta.
Voi mi direte: non è vero, nella vita accadono cose che possiamo scegliere e altre che non possono essere determinate dalla nostra volontà. Vi rispondo: è vero, avete ragione, è proprio come dite voi, è l’inevitabile condizione dell’essere umano, ma
l’interpretazione che diamo a ciò che ci accade, siamo noi a sceglierla. Sempre.
Ieri ho letto la storia di un’atleta americana, Gabriele Grunewald, che sta affrontando il quarto tumore in otto anni e che ha commentato così la sua drammatica esperienza:
«Sono viva, sono amata e mi sento sufficientemente bene per correre. Questa è la parte più bella della mia vita».
Il tumore non l’ha allontanata dalla pista, ma avrebbe potuto, anzi, era più facile che accadesse il contrario, no? Se immaginiamo una malattia incurabile, la nostra mente associa più facilmente a questo pensiero un letto di ospedale, un ciclo di terapie, i capelli che cadono, vero? Non assocerebbe mai nell’immediato, come primo pensiero, una pista d’atletica sulla quale correre e sfidare se stessi. Eppure, è possibile. Come? Scegliendolo. Gabriele avrebbe potuto scegliere di offrire tutto lo spazio della sua vita al tumore, e invece ha fatto il gesto dell’ombrello, secondo me le è anche scappato un bel “con il cazzo che ti faccio portare via tutta la mia vita” e ha deciso, ha scelto di continuare a correre. Perché? Molto semplicemente: correre la aiuta a stare bene.
Qualunque sia la sfida che la vita ci sta chiamando ad affrontare, scegliamo di stare bene. Attraversiamo il dolore, perché solo così potremo uscirne, ma non cediamogli il controllo della nostra esistenza. Continuiamo a coltivare ciò che ci fa sentire vivi anche nella sofferenza. Continuiamo a correre. E se cadiamo, facciamo in modo che sia in avanti.
Photo credits: Antonio D’Ambrosio
L'articolo Stare bene è una scelta. Stare male è una scelta sembra essere il primo su Ricomincio da Mamma.