Intanto lei è più bella, molto più bella. Io sono riccia, lei è riccissima e i suoi ricci sono l’abbondanza.
Io ho ereditato le labbra carnose del mio papà, ma le sue sono disegnate con la grafite e hanno esattamente la forma del cuore. Se le guardi bene bene, noti che il contorno delle labbra è leggermente più scuro, proprio come se il pittore che l’ha dipinta avesse deciso di marcare di proposito quella forma. Quando è nata, non riuscivo a staccarle gli occhi dalle labbra. Ero ipnotizzata.
La mia carnagione è olivastra, se prendo il sole diventa di un bel bronzo luminoso, ma la sua sarebbe perfetta anche in un inverno perenne.
Lei è bella anche quando dorme, soprattutto quando dorme, perché le sue espressioni sono senza freni e maschere e tutto il suo splendore si libera. Io quando dormo sembro una specie di animale incarognito con la vita, ho il broncio anche quando mi riposo. Lei: una dea. Le labbra ancora più a cuore, gli occhi ancora più esotici, il profilo del volto ancora più dolce. Quando si addormenta e la osservo, credetemi, è il momento migliore di tutta la mia giornata. Quello in cui la fortuna che ho ad averla nella mia vita si manifesta fortemente.
Lei è bella da togliere il fiato, ma soprattutto mia figlia è un essere generoso e profondamente empatico. È generosa nel perdono, nella condivisione e nella capacità di dimenticare. Non che io non sia incline al perdono, vi avevo parlato non molto tempo fa di quanto per me sia importante, ma io faccio molta fatica, mi devo impegnare per perdonare, a lei invece sembra venire così naturale superare un “torto”, una delusione e ricominciare da capo. Come le viene naturale partecipare emotivamente allo stato d’animo di un’altra persona.
Ricevo tanti complimenti per mia figlia, “tua figlia è una meraviglia, sei una brava mamma!”, ma io non sento il merito di ciò. Certo, ho il mio ruolo e il mio peso nell’educazione di mia figlia, così come il suo papà e il resto della famiglia, ma l’essenza di Amélie è qualcosa che arriva solo da lei. Non smetterò mai di incoraggiarla a prendersi cura di questa essenza e a non oscurarla lungo il suo percorso di crescita. Per lei dovrà essere quella “stanza” in cui rifugiarsi tutte le volte che si sentirà meno di quello che è.
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