Voglio vivere così, assaporando bocconi di bontà minuscoli che però mi lasciano giganti saporiti sulla lingua per ore e ore.
Voglio osservarmi allo specchio e ignorare difetti e imperfezioni, ma concentrarmi solo sui miei occhi nocciola e sulle meteoropatiche venature ambrate che forse non ho mai apprezzato abbastanza.
Voglio titubare in un abbraccio da cuore a cuore quel secondo in più oltre il limite socialmente accettato…quei secondi in più in cui pensi “ah, ma non è un abbraccio al volo, è un abbraccio vero, caldo”.
Voglio fare una doccia bollente e sentire le gote infiammarsi, i pori dilatarsi e i muscoli distendersi. E goderne.
Voglio guidare nel traffico in città e cantare a squarciagola incurante degli sguardi altrui.
Voglio tagliare dell’erba cipollina fresca e sentirne l’odore sotto il naso e sulle dita, mentre dell’aglio si indora nell’olio e del salmone fresco aspetta di essere sfilettato.
Voglio tornare a casa, togliere le scarpe, accendere un incenso e sprofondare nel divano, felice del non fare nulla. Una volta ogni tanto.
Voglio camminare sull’asfalto e sentire le foglie croccanti sotto ai miei piedi e perdermi nell’oro, nell’arancio e nel rosso della natura autunnale.
Voglio uscire dal cinema con un sorriso ebete dopo aver visto un film romantico e mangiare castagne calde passeggiando per Corso Vittorio Emanuele.
Voglio sentire all’improvviso una canzone sconosciuta, innamorarmene all’istante, shazammarla, scaricare i testi e risentirla e risentirla, trovandoci dentro almeno un pezzo della mia vita.
Voglio perdonare un torto subito, gioire per il successo di un “avversario”, lasciar andare ciò che non mi appartiene più e sentirmi fottutamente bene per questo.
Voglio respirare profondamente dalla pianta dei miei piedi alla testa e sentire il ventre che si gonfia come un palloncino, gli organi interni rilassarsi e il battito cardiaco farsi morbido.
Voglio guardare mia figlia mentre dorme, annusarla e ringraziare l’Universo tutto per la salute e la protezione che posso garantirle.
Voglio benedire chi è stato nella mia vita per un po’, ma poi se n’è andato. Comunque “è stato meglio lasciarsi che non esserci mai incontrati”.
Voglio andare a pranzo, la domenica, dai miei genitori e mangiare le melanzane alla parmigiana e fare sempre la solita domanda: “Mamma, mi spieghi come le fai?”.
Voglio bere della birra in un calice per il vino e dell’acqua frizzante con una fetta di limone in un barattolo di vetro recuperato.
Voglio comprare per 10 euro un vestito vintage al mercatino e fantasticare su chi l’ha indossato prima di me.
Voglio vivere così, con tutto questo, poco ma tanto. Quell’ingrediente qb per la mia ricetta della felicità.
#pocomatanto.
Photo credits: Luigi Asuni.
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