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Genitori single ma non soli con GenGle: intervista a Giuditta Pasotto

Ho intervistato per voi Giuditta Pasotto, la fondatrice del primo social network per genitori single.

È online da settembre 2015 e conta già 10.000 iscritti provenienti da tutta Italia e 40.000 visite ogni settimana. Numeri che ci raccontano quanto essere genitori single oggi sia una condizione ormai comune e molto diffusa. Iscriversi a GenGle è gratis, semplice e veloce, l’unico requisito richiesto è essere un genitore single e aderire alla motivazione del social network: creare una rete di amicizie per condividere il tempo libero in compagnia dei propri figli e di altri genitori nella stessa condizione di solitudine, scambiarsi opinioni, esperienze e consigli. “Mai più soli” è il motto di GenGle!

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Genitori single ma non soli con GenGle

Figli di genitori single da una parte e genitori single dall’altra: hai dato vita a GenGle pensando di più ai figli o ai genitori?

Sono stata figlia di genitori separati e mi ritrovo oggi come mamma single a ripensare inevitabilmente a quei giorni, di quando ero bambina e mi facevo tante domande. GenGle nasce per i genitori, perché ovviamente sono loro ad avere il potere decisionale di fare qualcosa per migliorare la situazione, ma è stato creato soprattutto per i figli. Penso che alla fine sia un po’ un cerchio: figli felici, genitori felici, genitori più rilassati, figli meno stressati…tutti ci guadagnano! Quando ho creato GenGle, devo dire la verità, non sapevo esattamente come sarebbe diventato, nel senso che io miravo a trovare un po’ di compagnia per me e per i miei figli, per non ritrovarci a passare i week end da soli, o magari per andare a mangiare una pizza con altri bambini coetanei. Pian piano poi mi sono accorta dell’effetto terapeutico di questi incontri. Uscire con persone che dopo poco diventano amici, sentire bambini che parlano serenamente della separazione dei genitori confrontandosi in un linguaggio alla loro portata. Poi, con il passare del tempo, ho notato che anche i genitori, parlando tra di loro e confrontandosi, iniziavano a vivere situazioni di tensione con meno rabbia e più consapevolezza. Il tesoro che ognuno di noi si porta dentro, le esperienze di vita possono essere una ricchezza assoluta se condivise. Faccio un esempio, mi è capitato di parlare con delle donne tradite dai mariti che, rendendosi conto di non essere state le uniche stupide (come loro stesse si definivano), e potendosi fermare a ragionare su storie simili, ma viste da fuori, quindi senza tutto il senso di rabbia accumulato, hanno saputo mantenere saldo il timone e scegliere quello che era meglio per i loro figli, senza mettere davanti a tutto l’orgoglio ferito. Un altro dei motivi per cui è nato GenGle sono i papà. Io mi ricordo interminabili giornate con mio padre senza sapere cosa fare e io tipo cane da caccia che aspettavo un suo cenno per correre o saltare, e invece spesso quel cenno non arrivava, eravamo io e lui…e non erano molti i momenti di svago che condividevamo insieme. Alcuni papà hanno facilità ad organizzarsi, ma la maggior parte non sa spesso cosa fare con i figli e finisce per spendere soldi magari in un ristorante. Con GenGle le proposte di uscite sono talmente tante che c’è solo l’imbarazzo della scelta, e spesso a condizionare questa scelta è l’età dei figli dei partecipanti. E se non c’è un evento che fa al caso nostro? Basta proporre!

GenGle non è un sito di incontri nato per cuccare. A quasi due anni dalla sua creazione, senti di poter dire che GenGle è davvero un ambiente sicuro e protetto per chi cerca solo un po’ di serenità e reciproco aiuto?

In questo periodo ho visto tante persone entrare con lo scopo di rimorchiare, ma per fortuna GenGle è vissuto come un vero e proprio luogo sacro dedicato ai bambini e queste persone si auto eliminano nel giro di poco. La cosa bella è invece che spesso nascono storie, è inevitabile, ma nascono dalla frequentazione, dalla condivisione e spesso i genitori che si mettono insieme hanno figli di età analoghe. La preoccupazione di tutti all’inizio è stata: ora che esco con una persona regolarmente devo abbandonare GenGle? Ho visto persone davvero preoccupate all’idea di non poter più partecipare alla vita di questa grande comunità, ma ovviamente

non è obbligatorio essere single a vita per poter rimanere in GenGle, noi siamo qua, fino a quando ogni iscritto sentirà di avere bisogno del gruppo e di noi.

 

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Genitori single ma non soli con GenGle_2

Il sito di GenGle è destinato ai genitori single di ogni città o paesino italiano, ma c’è una località in particolare che spicca più delle altre per proposte e attività da parte degli utenti?

GenGle è omogeneamente distribuito in tutta Italia, ma il centro più grande è in Toscana, sarà che essendo partito da qui ed essendo io di Firenze ho avuto modo di dedicarmici un po’ di più all’inizio, organizzavo ogni week end qualcosa da fare con i bambini e quindi è stata più immediata la partenza.

Guardando alle attività solitamente proposte dai genitori single, prevale di più l’esigenza di socialità o di aiuto reciproco?

In realtà senza la socializzazione non ci sarebbe l’aiuto, nel senso che in generale le persone arrivano su GenGle, escono, conoscono degli iscritti affini a loro, partecipano ad altri eventi e solo a quel punto trovano il coraggio di chiedere aiuto. Non ho ancora trovato nessuno che arrivi sul sito e si apra senza conoscere nessuno, giustamente le persone vogliono valutare chi c’è, anche perché io dico sempre che

GenGle usa una piattaforma virtuale per dare supporto reale

ma per fare il salto da virtuale a reale c’è un bel passaggio, che spesso richiede un notevole sforzo, anche solo per battere la timidezza. Io ammiro tanto gli iscritti a GenGle, perché una prima volta c’è per tutti ovviamente e andare ad un evento dove non si conosce nessuno e non si sa cosa ci aspetta è un gesto molto coraggioso, attraverso il quale tutti siamo passati, ma ogni volta è un’emozione vedere le persone titubanti che poi dopo un paio di incontri salutano gli altri come vecchi amici!

GenGle non è solo condivisione e socialità tra utenti, ma anche un luogo virtuale dove è possibile rivolgersi ad esperti e professionisti come l’avvocato e il consulente familiare. Hai in programma di includere altre competenze?

GenGle ad oggi si avvale del supporto di diversi avvocati che rispondono gratuitamente alle domande degli utenti, lo stesso per quanto riguarda i consulenti familiari e gli psicologi. Da un paio di settimane sul sito è attiva anche una pagina dedicata al supporto dei genitori con figli che hanno problemi legati ai disturbi dell’apprendimento, come ad esempio la dislessia o la disgrafia. Anche in questo caso in tutta Italia i servizi sono offerti a prezzi agevolati e si può dialogare con gli esperti on line per chiarire alcuni dubbi. Un altro servizio che sta riscuotendo un buon successo è il team di sessuologi, perché purtroppo ci sono diverse problematiche legate anche a questo argomento, sia per chi si trova a “combattere” con figli adolescenti e magari non sa come affrontare l’argomento, sia per chi si trova ad avere problemi sessuali ma non sa con chi parlarne, perché non è di competenza né del ginecologo né dello psicologo! Le prossime figure che voglio inserire riguardano il tema dell’antiviolenza, sia psicologica che fisica, spesso mi scrivono persone maltrattate e non solo a casa ma anche a lavoro e proprio in quest’ultimo caso il problema più grande è che non sanno a chi rivolgersi!

I consigli da dare a un genitore single potrebbero essere davvero tanti, ne hai uno in particolare che credi sia imprescindibile?

Quello che posso dire, basandomi sulla mia esperienza di privilegiata osservatrice, è che ogni bambino ha diritto ad avere due genitori e per quanto l’ex possa aver fatto danno a noi, bisogna sempre, con grande sforzo, favorire il rapporto con l’altro genitore. Ho visto spesso genitori che manipolavano i sentimenti dei figli per portarli dalla loro parte e che si sono ritrovati ad essere accusati dai figli ormai grandi di non averli lasciati liberi di farsi un’opinione propria, imponendo le proprie ferite e i propri sentimenti, senza pensare che così facendo spesso si costringe ad odiare la metà che compone i nostri figli.

Non dimentichiamo che anche se l’altro genitore è la peggio feccia della terra è comunque il 50% di nostro figlio ed insegnargli ad odiare quel genitore vorrà dire insegnargli ad odiare il 50% di se stesso.

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